Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15520 del 6 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:15520PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio commesso con l'utilizzo di un coltello, che abbia colpito zone vitali del corpo della vittima, integra il reato di tentato omicidio, a prescindere dal fatto che la tempestività dei soccorsi e la condotta della stessa vittima abbiano evitato conseguenze più gravi. La valutazione della sussistenza del dolo omicida deve essere effettuata ex ante, sulla base della idoneità e univocità degli atti compiuti, senza che assuma rilievo il mancato verificarsi dell'evento morte. Parimenti, il porto del coltello utilizzato per commettere il fatto è pacificamente configurabile come reato autonomo, a prescindere dalla specifica motivazione dedicata in sentenza a tale profilo. Le doglianze relative alla sussistenza delle circostanze attenuanti e all'entità della pena, così come quelle inerenti alla provvisionale assegnata alla parte civile, non integrano vizi motivazionali tali da giustificare l'annullamento della decisione impugnata, trattandosi di valutazioni di merito non sindacabili in sede di legittimità. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, fondata sulla mera riproposizione dei motivi di appello senza alcun confronto con l'iter argomentativo della sentenza impugnata, impedisce la maturazione della prescrizione per il reato contravvenzionale di porto abusivo del coltello, in applicazione del principio per cui tale causa di inammissibilità ha natura "originaria" e non consente la valida instaurazione della successiva fase di impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/04/2016 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. RAFFAELLO MAGI
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. DI LEO GIOVANNI che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente al reato L. n. 110 del 1975, articolo 4 perche' prescritto. Rigetto nel resto.
IN FATTO E IN DIRI…

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