Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5461 del 11 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:5461PEN

Massima

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Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale di cui all'art. 341-bis c.p. richiede che la condotta offensiva sia tenuta in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, diverse dai destinatari delle offese, in modo che queste possano essere udite da tali persone, poiché tale aspetto costituisce un aggravio psicologico che può compromettere la prestazione del pubblico ufficiale, disturbandolo nell'espletamento dei suoi compiti e facendogli avvertire condizioni avverse ulteriori rispetto a quelle ordinarie. Pertanto, qualora le espressioni offensive siano state rivolte in un contesto unitario a più pubblici ufficiali che stavano svolgendo i medesimi compiti di ufficio, senza che sia stata messa in rilievo la specificità della posizione di uno di essi, non può ritenersi integrato il reato, in quanto non risulta rappresentata la concreta sussistenza di quella condizione esterna all'operato del pubblico ufficiale che sola consente di ritenere integrato il fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/03/2019 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DALL'OLIO Marco, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 19/3/2019 la Corte di appello di Torino in parziale riforma di quella del Tribunale di Cuneo i…

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