Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità amministrativa in materia di pianificazione urbanistica, può legittimamente respingere una proposta di Programma Integrato di Intervento (PII) che risulti in contrasto con le previsioni del Documento di inquadramento, atto di indirizzo approvato dal Consiglio Comunale ai sensi della normativa regionale, in particolare qualora la proposta non rispetti i parametri urbanistici ivi stabiliti in termini di indice territoriale e di dotazione minima di aree per standard, senza che ciò comporti un obbligo di approvazione da parte del Consiglio Comunale. Il Comune può altresì valutare discrezionalmente le proposte di contratti di valorizzazione urbana ai sensi dell'art. 12 del d.l. n. 83/2012, senza che l'eventuale rigetto di una specifica proposta determini l'illegittimità del provvedimento, in assenza di una impugnazione degli atti comunali che hanno già individuato le proposte da trasmettere alla Cabina di regia nazionale. L'eventuale successiva approvazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) non incide sulla legittimità del provvedimento di diniego della proposta di PII, adottato sulla base della previgente disciplina urbanistica.