Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30767 del 5 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:30767PEN

Massima

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In caso di sentenza di condanna per uno dei reati previsti dall'articolo 275, comma 3, c.p.p., il giudice investito della richiesta di applicazione di una misura cautelare nei confronti dell'imputato condannato non deve fondarsi esclusivamente sul tempo trascorso tra la condotta giudicata e la presentazione dell'istanza cautelare o sulla gravità del fatto, ma deve valutare complessivamente i presupposti previsti dal comma 1-bis del medesimo articolo, tenendo conto del fatto specifico accertato con la sentenza di condanna e degli ulteriori elementi utili a rafforzare o ad affievolire la presunzione di un attuale periculum libertatis. La sola comprovata rescissione dei legami con il sodalizio di appartenenza assume valore dirimente per superare tale presunzione, mentre la rilevanza del tempo trascorso dai fatti deve essere parametrata alla gravità della condotta. Il c.d. "tempo silente" non è di per sé circostanza dirimente ai fini dell'esclusione dell'attualità delle esigenze cautelari, ma la sua rilevanza dipende dalla complessiva valutazione di tutti gli elementi disponibili in grado di evidenziarne la sintomaticità di un effettivo allontanamento dell'imputato dal contesto mafioso. Inoltre, l'assenza di elementi che supportino ex art. 274 c.p.p., comma 1, lett. c), i pericula libertatis non è di per sé sufficiente a vincere la presunzione di pericolosità, in quanto la funzione della norma dettata dall'art. 275, comma 3, c.p.p. è quella di invertire gli ordinari poli del ragionamento giustificativo delle esigenze cautelari, nel senso che il giudice che applica o conferma la misura coercitiva non è tenuto a dimostrare la ricorrenza della pericolosità dell'imputato, ma deve soltanto apprezzare le ragioni di esclusione, evidenziate dall'interessato o che emergano direttamente dagli atti, che smentiscano, in modo concreto ed effettivo, l'operatività della presunzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza 16/2/2021 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
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