Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26490 del 19 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26490PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per i reati contestati, può legittimamente fondare il proprio convincimento su molteplici elementi probatori, quali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, il contenuto delle intercettazioni che confortano tali dichiarazioni, gli accertamenti della polizia giudiziaria e gli esiti di perquisizioni e sequestri. Inoltre, il giudice può ritenere provata l'esistenza di un'autonoma 'ndrina, come nel caso di specie l'associazione Ascone, sulla base di una motivazione esaustiva e logica che evidenzi i rapporti di tale sodalizio con altre famiglie criminali, come i Pesce e i Bellocco. L'interpretazione del linguaggio criptico o cifrato utilizzato dagli indagati nelle conversazioni intercettate rientra nell'ambito del giudizio di fatto rimesso al giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità se logicamente motivato in relazione alle massime di esperienza. Infine, la motivazione sulla sussistenza delle esigenze cautelari, differenziata per i reati di associazione mafiosa e per quelli aggravati dalla normativa antimafia, deve essere adeguatamente argomentata dal giudice di merito, senza che il ricorrente possa opporre solo generiche contestazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS)), avverso l'ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria, in data 26/07/2013;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)).

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 30.05.2013, il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria emise la misura cautelare della custodia in …

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