Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25556 del 11 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25556PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 non richiede necessariamente una struttura articolata e complessa o una esplicita manifestazione di intenti, essendo sufficiente una struttura anche esile su cui i compartecipi possano fare ricorso. Il patto associativo può essere anche non espresso e costituirsi "di fatto" fra soggetti consapevoli che le attività proprie e altrui ricevono vicendevole ausilio e tutte insieme contribuiscono all'attuazione dello scopo comune. La prova del vincolo permanente tra i consociati può essere data anche per mezzo dell'accertamento di "facta concludentia", quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, le basi logistiche, le forme di copertura e i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. Tuttavia, l'appartenenza di un soggetto a un sodalizio criminale può essere ritenuta anche in base alla partecipazione a un solo reato fine, purché sia dimostrato che il ruolo svolto e le modalità dell'azione siano stati tali da evidenziare la sussistenza del vincolo associativo. Il vincolo associativo può unire tutti coloro che, a vari livelli e con modalità diverse, contribuiscono alla realizzazione del programma criminoso, che, in ultima analisi, si riduce alla realizzazione, da parte di tre o più persone, in forma organizzata, di una delle condotte criminose previste dall'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990. Pertanto, l'inserimento di un soggetto nella compagine associativa deve essere accertato con particolare rigore, verificando se il suo contributo sia stato tale da evidenziare il suo stabile e continuativo inserimento nell'organizzazione per un tempo apprezzabile, non essendo sufficiente la mera partecipazione a singoli episodi criminosi o comportamenti che possano essere il frutto di un aiuto episodico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfred - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata in data 11.1.2011 dalla corte di appello di Catania;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Alfredo Guardiano;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. GALASSO Aurelio, che ha concluso per il rigetto del ricorso del (OMISSIS), nonche' per il parzi…

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