Il Comune, nell'esercizio del proprio potere di regolamentazione della circolazione stradale, può disporre limitazioni al transito di determinate categorie di veicoli, purché tali misure siano proporzionate e fondate su un'adeguata istruttoria che dimostri l'effettiva sussistenza delle criticità che si intendono affrontare, come l'incremento dell'inquinamento o la compromissione della sicurezza della circolazione. L'amministrazione deve pertanto procedere a un'esatta ricognizione delle condizioni della rete viaria e a un confronto tra le diverse opzioni disponibili, senza scartare a priori soluzioni intermedie che possano contemperare in modo più equilibrato gli interessi pubblici e privati coinvolti. In particolare, il divieto di transito per i veicoli superiori a una determinata massa a pieno carico deve essere preceduto da un'analisi puntuale dei dati relativi all'inquinamento e alla sicurezza stradale, nonché da una valutazione della proporzionalità della misura, tenendo conto anche dell'impatto economico che essa comporta per le imprese di autotrasporto che utilizzano la strada per la propria attività. Solo in presenza di un'istruttoria adeguata e di una motivazione che dimostri il giusto bilanciamento tra i diversi interessi in gioco, il Comune può legittimamente adottare provvedimenti di limitazione della circolazione, anche differenziati in base alle caratteristiche dei veicoli, al fine di tutelare la salute pubblica e la sicurezza della mobilità.