Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34495 del 8 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:34495PEN

Massima

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Il sequestro di persona finalizzato all'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, pur configurando una condotta violenta, non integra il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione quando l'agente eserciti una pretesa che, pur se in modo illecito, abbia un fondamento giuridico e possa essere fatta valere in sede civile. In tali casi, la condotta è inquadrabile nel delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto l'agente non persegue un ingiusto profitto, ma l'affermazione di un diritto che ritiene di poter far valere, ancorché in modo illegittimo. Perché possa configurarsi il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, è necessario che l'agente non eserciti una pretesa tutelabile dalla legge e azionabile in giudizio, ma miri esclusivamente a ottenere un ingiusto profitto mediante la privazione della libertà della persona offesa. La distinzione tra le due fattispecie delittuose si fonda sulla finalità perseguita dall'agente: nel sequestro di persona a scopo di estorsione, l'agente mira a conseguire un profitto patrimoniale indebito, mentre nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, l'agente, pur agendo in modo illecito, intende far valere una pretesa che ritiene di poter far valere in sede civile. Pertanto, la qualificazione giuridica della condotta dipende dall'accertamento della finalità perseguita dall'agente, che deve essere compiuto dal giudice di merito sulla base di un'attenta e completa valutazione del complessivo quadro probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO D. - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MILANO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 405/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 19/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

udito il…

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