Il concessionario di un servizio pubblico, quale l'ANAS per la gestione della rete stradale statale, è vincolato al rispetto degli obblighi contenuti nella propria Carta dei Servizi, nonché al mantenimento degli standard qualitativi ed economici stabiliti per l'erogazione del servizio, a prescindere dalla proprietà formale della infrastruttura. Tuttavia, nell'esercizio di tali obblighi, il concessionario gode di un ampio margine di discrezionalità tecnica e gestionale, che comprende anche la valutazione di soluzioni alternative, come il declassamento di tratti stradali ritenuti antieconomici, purché tali scelte siano adeguatamente motivate e non risultino manifestamente irragionevoli o sproporzionate. Il giudice amministrativo, nell'ambito del sindacato sulla legittimità dell'azione amministrativa, non può sostituire le proprie valutazioni a quelle dell'amministrazione, salvo i casi di palese irragionevolezza o travisamento dei fatti, dovendo limitarsi a verificare la correttezza formale e sostanziale dell'esercizio del potere discrezionale, tenuto conto anche delle risorse concretamente a disposizione dell'amministrazione. Ciò vale in particolare per le scelte di natura tecnico-economica, come quelle relative all'analisi costi-benefici e alla programmazione degli interventi di manutenzione e adeguamento della rete stradale, che rientrano nella sfera di valutazione riservata all'amministrazione concessionaria.