Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 5913 del 2023

ECLI:IT:TARNA:2023:5913SENT

Massima

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La misura interdittiva antimafia, essendo espressione della logica di anticipazione della soglia di difesa sociale finalizzata ad assicurare una tutela avanzata nel campo del contrasto alle attività della criminalità organizzata, non deve necessariamente collegarsi ad accertamenti in sede penale di carattere definitivo sull'esistenza della contiguità dell'impresa con organizzazioni malavitose, ma può essere sorretta da fattori sintomatici e indiziari da cui emerga il concreto pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata nell'attività imprenditoriale. Il giudice amministrativo è chiamato a valutare la gravità del quadro indiziario posto a base della valutazione prefettizia in ordine al pericolo di infiltrazione mafiosa, sindacando non solo l'esistenza o meno di tali fatti, ma anche la ragionevolezza e la proporzionalità della prognosi inferenziale che l'autorità amministrativa trae da essi secondo un criterio probabilistico, in ragione della natura preventiva e non sanzionatoria della misura interdittiva. Pertanto, l'interdittiva antimafia può essere adottata sulla base di una valutazione unitaria di elementi sintomatico-presuntivi, anche atipici, dai quali sia deducibile il pericolo di ingerenza della criminalità organizzata, senza che sia necessario l'accertamento in sede penale di reati che attestino il collegamento o la contiguità dell'impresa con associazioni di tipo mafioso. In particolare, assumono rilievo anche solo di per sé i rapporti di parentela tra titolari, soci, amministratori, direttori generali dell'impresa e familiari che siano soggetti affiliati, organici o contigui alle associazioni mafiose, laddove tale rapporto, per la sua natura, intensità o per altre caratteristiche concrete, lasci ritenere, secondo il criterio del "più probabile che non", che l'impresa abbia una conduzione collettiva e una regia familiare (di diritto o di fatto) ovvero che le decisioni sulla sua attività possano essere influenzate, anche indirettamente, dalla mafia attraverso la famiglia. In presenza di una interdittiva antimafia, la revoca delle autorizzazioni commerciali di cui sia titolare il soggetto attinto dalla medesima costituisce per l'Amministrazione un atto dovuto, in quanto gli effetti di tali atti abilitativi sono radicalmente incompatibili con lo status di destinatario di una informativa antimafia ostativa.

Sentenza completa

Pubblicato il 31/10/2023

N. 05913/2023 REG.PROV.COLL.

N. 04932/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4932 del 2020, proposto da
-OMISSIS-, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio fisico eletto presso lo studio ((omissis)) in Napoli, via Generale Orsini n. 40;

contro

U.T.G. - Prefettura di Napoli, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio fisico ex lege in Napoli, via Diaz n. 1, presso la sede di quest’ulti…

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