Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14242 del 26 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14242PEN

Massima

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Il reato di truffa tentata si configura quando l'agente, attraverso artifizi o raggiri, induce l'ente previdenziale a riconoscere un rapporto di lavoro subordinato fittizio al fine di conseguire indebitamente prestazioni assistenziali, anche se queste non vengono effettivamente corrisposte per ragioni indipendenti dalla sua volontà. Il giudice di merito, nel valutare la prova, gode di ampia discrezionalità nella ricostruzione dei fatti, purché la motivazione sia logica e coerente, senza essere vincolato a recepire integralmente il contenuto delle testimonianze raccolte. La prescrizione del reato non opera quando il termine è stato sospeso per effetto di atti interruttivi, come nel caso di specie in cui il termine è stato sospeso per un periodo complessivo di 21 mesi, non essendo ancora maturata la prescrizione al momento della pronuncia della sentenza di condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. LOMBARDO ((omissis)) - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di appello di Salerno, del 14.12.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. ((omissis));

udite le conclusioni del sostituto procuratore generale Dott. FODARONI Giuseppina, sulla inammissibilita'del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Salerno ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore in data 5 marzo 2…

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