Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35808 del 28 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:35808PEN

Massima

Massima ufficiale
Non si ha simulazione di reato nella ipotesi in cui il fatto non venga alterato così da costituire un titolo di reato assolutamente diverso, a nulla valendo che l'entità di esso o altre modalità della sua verificazione siano state esposte in modo difforme, in quanto, ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 367 c.p., il raffronto tra il reato consumato e il reato denunciato non va condotto con esclusivo riguardo alla astratta qualificazione giuridica del fatto, ma deve coinvolgere anche quelle alterazioni del vero che, pur senza influire sul titolo del reato, ne modificano in modo così sostanziale gli aspetti concreti da incidere sulla sua identificazione. (Nella specie la Corte non ha ritenuto costituire simulazione di reato il fatto che il denunciante non avesse rivelato di conoscere più in dettaglio le modalità del furto, anche con riferimento alla provenienza «etnica» del ladro).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANSONE Luigi - Presidente

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ce. An.;

avverso la sentenza 10 gennaio 2 007 della Corte di appello di Venezia.

visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso.

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. De Roberto.

Udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Ciampoli Luigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

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