Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33311 del 9 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:33311PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso da chi, pur non essendo abilitato all'esercizio della professione forense, svolge attività di avvocato, contraffa documenti giudiziari e attribuisce a sé falsamente la qualifica di avvocato, integra un reato grave che lede la fede pubblica e la corretta amministrazione della giustizia. Tale condotta, caratterizzata da dolo e finalizzata all'ingiusto profitto, è punita dalla legge penale in quanto contraria ai principi di lealtà, correttezza e trasparenza che devono informare l'esercizio della professione legale e l'accesso alla giustizia. Il giudice, nel valutare la responsabilità dell'imputato, può fondarsi su elementi di prova diretti, come le dichiarazioni testimoniali e il rinvenimento di documenti e oggetti inequivocabilmente riconducibili all'attività forense abusivamente svolta, senza che sia necessario ricorrere alla prova indiziaria. La sentenza di condanna, adeguatamente motivata sulla base delle risultanze processuali, non può essere censurata in sede di legittimità per vizi logici o carenze argomentative, rientrando tali aspetti nella valutazione discrezionale del giudice di merito, insindacabile in questa sede salvo manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) AD. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1325/2006 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 26/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza emessa il 26.6.09, la Corte di appello di Reggio Calabria, in riforma della sentenza emessa il 19.5.05 dal tribunale della stessa sede…

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