Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12530 del 31 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12530PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'ammissibilità di misure alternative alla detenzione, deve accertare la sussistenza di concreti e tangibili segnali di ravvedimento e di un effettivo percorso di revisione critica della propria condotta delinquenziale da parte del condannato, nonché la sua concreta idoneità al reinserimento sociale, tenendo conto della relazione dell'ufficio di esecuzione penale esterna e di ogni altro elemento utile a formulare un giudizio prognostico negativo sulla possibilità di recidiva. Il diniego delle misure alternative è pertanto legittimo laddove il giudice accerti, sulla base di una motivazione adeguata e immune da vizi logici, la permanenza di una residua pericolosità sociale del condannato e l'assenza di un concreto e apprezzabile percorso di revisione critica e di recupero, anche in ragione della mancanza di un'attività lavorativa e di un atteggiamento collaborativo e maturo del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Zo. Al. n. il (OMESSO);

Avverso l'ordinanza 21 luglio 2009 - Tribunale di Sorveglianza di Bologna;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. BARBARISI Maurizio;

lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza in data 21 luglio 2009, depositata in cancelleria il 10 agosto 2009, il Tribun…

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