La pornografia minorile si configura non solo quando il materiale rappresenta minori degli anni diciotto coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, ma anche quando raffigura qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore per scopi sessuali. La nozione di "organo sessuale" è più ampia di quella di "organo genitale" e comprende anche altre zone erogene come il seno e i glutei, in quanto oggettivamente idonee a suscitare la concupiscenza sessuale di una vasta platea di persone, anche in presenza di minori in età prepuberale. Lo "scopo sessuale" della rappresentazione può riguardare sia il produttore del materiale che i suoi fruitori, dovendo essere accertato dal giudice sulla base di tutte le circostanze concrete dell'azione e del contesto in cui è stata tenuta, senza che sia necessaria l'effettiva visibilità degli organi sessuali. Il reato di pornografia minorile si perfeziona, pertanto, anche quando vengano ripresi in modo non esplicito, ma comunque per scopi sessuali, parti del corpo di minori in età prepuberale, come il seno, in quanto oggettivamente idonee a suscitare la concupiscenza sessuale. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione del bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.