Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 7064 del 28 febbraio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:7064PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, avvalendosi della propria posizione e disponibilità di mandati di pagamento, si appropri indebitamente di somme di denaro non dovute a titolo di retribuzione, commette il reato di peculato. Tale condotta è penalmente rilevante anche quando realizzata in concorso con un soggetto estraneo alla pubblica amministrazione, qualora quest'ultimo abbia consapevolmente e volontariamente contribuito alla realizzazione dell'appropriazione indebita. L'entità dell'importo indebitamente percepito, pur rilevante ai fini della determinazione della pena, non esclude di per sé la configurabilità del reato di peculato, salvo i casi di particolare tenuità previsti dall'art. 323-bis c.p. La concessione di circostanze attenuanti, compresa quella della riparazione del danno, è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale deve tenere conto di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del fatto, senza che la mera restituzione delle somme indebitamente percepite possa automaticamente comportare il riconoscimento di tale attenuante. Inoltre, gli errori contabili eventualmente riscontrati nella determinazione delle retribuzioni di tutti i dipendenti comunali non possono giustificare le differenze in eccesso rilevate nei mandati di pagamento emessi dal pubblico ufficiale a proprio favore, in quanto tali errori si collocano a monte della fase di emissione dei mandati di cui il pubblico ufficiale era responsabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccar - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/05/2021 della Corte di Appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Riccardo Amoroso;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Orsi Luigi, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata quanto all'affermazione di responsabilita' per gli episodi successivi…

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