Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3337 del 26 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3337PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti si configura quando vi sia una stabile organizzazione di più soggetti, con ruoli e compiti definiti, che si avvalgono di una base logistica e di una rete di fornitori e acquirenti per garantire la continuità e l'efficienza dell'attività illecita, finalizzata al conseguimento di un profitto comune derivante dal traffico di sostanze stupefacenti. La sussistenza di tale vincolo associativo può essere desunta dalla stabilità dei rapporti tra i partecipi, dalla continuità dei collegamenti tra fornitori, spacciatori e acquirenti, nonché dalla possibilità di contare su una pluralità di fornitori e di acquirenti stabili, in modo da assicurare la presenza costante sul mercato. Ai fini della configurabilità del reato associativo, non è necessaria la prova di un accordo formale, essendo sufficiente l'esistenza di un programma criminoso comune, condiviso e realizzato attraverso una stabile organizzazione. Il ruolo di promotore e organizzatore dell'associazione può essere attribuito a colui che svolge una funzione di coordinamento e gestione economica del gruppo, occupandosi del recupero dei crediti e dell'individuazione dei vari ruoli da assegnare agli affiliati. L'esclusione dell'ipotesi attenuata di lieve entità prevista dall'art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990 può essere motivata in relazione alla gravità delle condotte, alla continuità temporale del traffico, all'entità dei quantitativi di sostanze stupefacenti "pesanti" oggetto delle cessioni, nonché al ruolo centrale svolto dall'imputato nello spaccio. Analogamente, il mancato riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 114 c.p. può essere giustificato in assenza di elementi che configurino un contributo minimo, ma non insignificante, dell'imputato all'associazione. La determinazione della pena deve essere adeguatamente motivata, con riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., tenendo conto delle circostanze aggravanti e attenuanti riconosciute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2914/2007 CORTE APPELLO di CATANIA, del 05/03/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/11/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MARINELLI Felicetta, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.
Uditi i difensori avv.ti (OMISSIS) per (OMISSIS) e (OMISSIS) …

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