Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6330 del 8 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6330PEN

Massima

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Il metodo mafioso, caratterizzato dalla forza di intimidazione del vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, può essere ravvisato anche in condotte estorsive poste in essere al di fuori di un contesto associativo, quando l'agente si avvalga della caratura criminale del gruppo di riferimento per esercitare una pressione psicologica sulla vittima, tale da condizionarne la libertà di determinazione. Pertanto, l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 è configurabile non solo quando l'estorsione sia commessa al fine di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa, ma anche quando l'agente si avvalga del metodo mafioso, inteso come modalità di realizzazione della condotta criminosa, a prescindere dal fine di agevolazione dell'associazione. La sussistenza di tale aggravante può essere desunta da elementi indiziari quali le modalità di realizzazione della condotta, la qualità dei soggetti coinvolti, i rapporti di contiguità con organizzazioni criminali di stampo mafioso, nonché il contesto ambientale in cui si inserisce il fatto. Ai fini della configurabilità del reato di estorsione, è sufficiente che la minaccia, anche implicita, sia idonea a determinare nella vittima un timore di subire un danno ingiusto, tale da indurla a consegnare una somma di denaro o altra utilità, a prescindere dall'effettiva verificazione del danno prospettato. Inoltre, il nesso di causalità tra il conseguimento di un vantaggio e il pregiudizio della vittima può essere desunto anche da elementi indiziari, senza necessità di una prova diretta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 566/2012 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 07/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

sentite le conclusioni del PG Dott. O. Cedrangolo che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 20.4.2012 il Tribunale di Bari, costituito ex articolo 309 cod. proc. pen., confermava il provvedimento con il quale, in data 5.4.2012, il …

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