Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10249 del 19 ottobre 1988

ECLI:IT:CASS:1988:10249PEN

Massima

Massima ufficiale
E` manifestamente infondata la questione di legittimita` costituzionale dell'art. 5 d.l. 29 maggio 1987 n. 208 (norme in materia di composizione delle corti di assise) per violazione degli artt. 24 e 25 della costituzione sul rilievo della sua efficacia retroattiva in contrasto col principio della irretroattivita` delle norme penali sancito dall'art. 25 e sul rilievo della violazione del diritto di difesa sancito dall'art. 24 restando preclusa la possibilita` di eccepire eventuali nullita` verificatesi in precedenza relativamente alla composizione delle corti di assise. Invero il principio della irretroattivita` delle norme penali sancito dall'art. 25 della costituzione deve intendersi riferito alle sole norme di diritto penale sostanziale e con esclusione di quelle di diritto processuale tra cui debbono ritenersi compiere quelle previste dalla legge 25 novembre 1987 n. 479 (di conversione del d.l. 25 settembre 1987 n. 394 a sua volta sostitutivo dal d.l 29 maggio 1987 n. 208) siccome riferentisi specificamente allo ordinamento giudiziario, con funzione integrativa dello schema processuale. Parimenti non puo` parlarsi di violazione del diritto di difesa in quanto la norma costituzionale (art. 24) esige solo che essa venga effettivamente garantito a tutti in un piano di eguaglianza, ma non indica il modo di esercizio di quel medesimo diritto che puo` essere variamente disciplinato quanto alle sue modalita`. Non e`, infatti, concepibile un diritto quesito ad eccepire una determinata nullita`, ben potendo il legislatore, con norma di portata generale, eliminare o modificare, con effetti sui procedimenti in corso, la causa del vizio, la sua disciplina o gli effetti.   da vedere: Sen 04/11/1987 8094 sez 1 Civ

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