Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21049 del 16 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21049PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di custodia in carcere può essere sostituito con una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari, quando risulti che la più grave restrizione non sia l'unica idonea a fronteggiare le esigenze cautelari, tenuto conto della concreta pericolosità sociale del soggetto sottoposto a indagini. Il giudice deve motivare adeguatamente in ordine alla scelta della misura cautelare, valutando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, il pericolo di reiterazione del reato e la proporzionalità della restrizione rispetto alle esigenze cautelari, senza limitarsi a considerazioni generiche. Tuttavia, l'interesse del ricorrente a ottenere l'annullamento dell'ordinanza cautelare viene meno qualora, nelle more del giudizio di impugnazione, sia stata disposta d'ufficio una misura cautelare meno afflittiva, in quanto ciò rende la questione priva di attualità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa il 07/08/2012 dal Tribunale di Torino;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il difensore di …

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