Il giudice di legittimità, nel valutare la responsabilità penale degli imputati per il reato di traffico di sostanze stupefacenti, afferma che le prove a carico possono fondarsi sulle dichiarazioni accusatorie del coimputato, purché siano riscontrate da altri elementi probatori, come le intercettazioni telefoniche e le testimonianze. Tuttavia, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente il mancato riconoscimento dell'attenuante del ravvedimento operoso, qualora l'imputato abbia fornito un contributo alle indagini per evitare ulteriori conseguenze dell'attività delittuosa. Inoltre, nel determinare la pena, il giudice deve applicare la normativa più favorevole all'imputato, anche se la pena inflitta risulta superiore al minimo edittale, in quanto la dosimetria della pena deve tenere conto del limite minimo previsto dalla nuova disciplina. Infine, la prescrizione del reato deve essere valutata sulla base della normativa vigente al momento della commissione del fatto, senza applicare retroattivamente le norme più favorevoli sopravvenute.