Il procedimento di adozione di una variante al Piano Urbanistico Comunale (PUC) ai sensi dell'art. 44 della legge regionale n. 36/1997 è un atto di pianificazione generale, nel quale l'interesse pubblico al più razionale uso del territorio è preminente rispetto all'apporto collaborativo del privato. La partecipazione degli interessati all'atto generale di pianificazione territoriale è sufficientemente garantita dal particolare regime di pubblicità degli atti di programmazione urbanistica, senza necessità di una comunicazione individuale dell'avvio del procedimento. Pertanto, l'adozione di una variante al PUC non deve essere preceduta dall'avviso dell'avvio del procedimento, essendo la partecipazione degli interessati all'atto generale di pianificazione territoriale sufficientemente garantita dal particolare regime di pubblicità degli atti di programmazione urbanistica in quanto atti amministrativi a contenuto generale, in linea con quanto stabilito dall'art. 13 della legge n. 241/1990. Inoltre, gli atti endoprocedimentali, come le determinazioni e i voti della provincia, non sono autonomamente impugnabili in quanto privi di efficacia lesiva diretta, essendo l'unico atto con valenza esterna la deliberazione comunale che conclude il procedimento. Infine, il ricorso avverso tali atti è soggetto a termini di decadenza, decorrenti dalla pubblicazione degli stessi agli albi pretori, senza necessità di una notifica individuale al diretto interessato.