Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16108 del 19 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:16108PEN

Massima

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Il comportamento violento e aggressivo di un soggetto, consistente in spinte, strattonamenti e minacce nei confronti di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, anche qualora il soggetto ritenga ingiusta la condotta dei pubblici ufficiali che lo hanno condotto in caserma. Infatti, l'opposizione fisica e verbale all'attività degli agenti, finalizzata a impedirne il compimento, è sufficiente a configurare il delitto di resistenza, a prescindere dalla legittimità o meno dell'intervento dei pubblici ufficiali. Inoltre, le lesioni personali subite dal pubblico ufficiale a causa della condotta deliberatamente aggressiva del soggetto sono da ritenersi conseguenza diretta e immediata di tale comportamento violento, senza che assumano rilievo eventuali giustificazioni o interpretazioni alternative fornite dall'imputato. Pertanto, la valutazione complessiva della condotta dell'imputato, caratterizzata da opposizione fisica e verbale agli atti d'ufficio, nonché da minacce e aggressioni, consente di ritenere integrati i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, senza che assumano rilievo le argomentazioni difensive volte a escludere la sussistenza degli elementi costitutivi dei reati contestati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/04/2015 della Corte di appello di Napoli, sezione minorenni;
Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Massimo Ricciarelli;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Angelillis Ciro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 9/4/2015 la Corte di Appello di Napoli, sezione minorenni, …

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