Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20781 del 3 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20781PEN

Massima

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Il divieto di accesso agli stadi sportivi, previsto dalla legge come misura di prevenzione, non è necessariamente accompagnato dall'obbligo di presentazione periodica presso gli uffici di polizia. Quest'ultima misura più restrittiva della libertà personale richiede un'autonoma e specifica motivazione in ordine alla pericolosità sociale del soggetto, non desumibile automaticamente dalla sola condotta violenta che ha determinato il divieto di accesso. La motivazione deve altresì giustificare adeguatamente l'ampiezza e la durata dell'obbligo di presentazione, non potendo essere imposto in maniera generalizzata anche per le partite amichevoli, in assenza di una chiara determinabilità da parte del destinatario. Il giudice, nel convalidare il provvedimento del questore, è tenuto a verificare la sussistenza di tali requisiti motivazionali, non potendosi limitare ad un mero controllo formale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPO Ernesto - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - rel. Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Bo. An. , nato a (OMESSO);

indagato Legge n. 401 del 1989, articolo 6;

avverso l'ordinanza del G.i.p. presso il Tribunale di Napoli in data 12.5.09;

Sentita la relazione del Cons. Dr. MULLIRI Guicla;

Visto il parere scritto del P.M. nella persona del P.G. Dr. Iacoviello Francesco Mauro, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato.

OSSERVA

1. Provvedimento impugnato e motivi del ricorso - Con l'ordinanza qui impugnata,…

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