Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42619 del 18 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:42619PEN

Massima

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La successione di leggi penali nel tempo comporta che, qualora una nuova norma incriminatrice sostituisca una precedente disposizione, il giudice della cognizione debba annullare senza rinvio la sentenza di condanna non ancora definitiva, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato, in applicazione del principio di abolitio criminis. Tale principio opera anche nel caso in cui la nuova formulazione della fattispecie incriminatrice abbia modificato in modo sostanziale i presupposti e la tipologia della condotta punita, determinando effetti assimilabili all'abolitio criminis, a prescindere dalla continuità normativa tra le disposizioni. Ciò in quanto, fino al passaggio in giudicato della sentenza, non si è ancora realizzato il giudicato formale, sicché il giudice della cognizione è comunque tenuto a prendere atto della sopravvenuta causa di non punibilità e ad annullare la condanna per il fatto divenuto privo di rilevanza penale, ai sensi dell'art. 673 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;

nei confronti di:

1) NN. NB. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4052/2010 TRIBUNALE di BRESCIA, del 08/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto che la sentenza impugnata sia annullata senza rinvio.

IN FATTO

1. Con sentenza in data …

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