Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 704 del 7 maggio 1993

ECLI:IT:CASS:1993:704PEN

Massima

Massima ufficiale
E` manifestamente infondata la questione di legittimita` costituzionale, in riferimento agli artt. 3, 24, 41 e 42 della Costituzione, dell'art. 14 della legge 13 settembre 1982, n. 646. La norma in questione infatti, non crea disparita` tra cittadini, dal momento che essa trova applicazione nei confronti di coloro che, sulla base di elementi di fatto, vengono ritenuti abitualmente dediti a traffici delittuosi o alla commissione di determinati reati e, quindi di cittadini che, per il il loro comportamento, si vengano a porre in una situazione di illegalita`. Peraltro, l'applicazione delle misure e` garantita da un procedimento giudiziario, con garanzie di difesa analoghe a quelle che sono riservate a chi e` imputato di un reato, e la limitazione o la perdita del diritto di proprieta` e` ampiamente giustificato dall'esigenza della societa` di difendere i cittadini da soggetti particolarmente pericolosi, i quali potrebbero utilizzare i beni accumulati per comportamenti malavitosi, per rafforzare maggiormente i propri poteri. Il che esclude ogni incompatibilita` delle misure di prevenzione con il principio costituzionale della tutela della proprieta` privata o con i principi di carattere internazionale che sanciscono la liberta` del cittadino anche sul fronte della disponibilita` di beni privati. Infatti, l'accertata pericolosita` attuale di determinate persone, alimentata e potenziata dalla disponibilita` di beni di illecita provenienza, determina una sorta di utilita` pubblica all'espropriazione di detti beni e alla restituzione alla collettivita` di quanto e` stato illecitamente ad essa sottratto e mascherato in forma di legittima disponibilita`.

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