Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 4636 del 3 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4636PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274 lett. c) c.p.p., deve essere valutato dal giudice anche in considerazione della gravità oggettiva dei fatti contestati e della loro protrazione nel tempo, a prescindere dalla durata complessiva della condotta criminosa. Ciò in quanto la gravità dei reati e la loro continuità temporale sono elementi rilevanti per desumere la pericolosità sociale dell'imputato e il concreto rischio di recidiva, anche in presenza di fattori attenuanti come l'immaturtà del soggetto o il contesto familiare di riferimento. Pertanto, il giudice può ritenere necessaria la misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere, ove ritenga che solo tale strumento sia idoneo a contenere l'elevato pericolo di reiterazione del reato, sulla base di una valutazione complessiva della personalità dell'indagato e delle modalità di commissione dei fatti, a prescindere dalla durata complessiva della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. KOVERECH Oscar - Consigliere

Dott. MAISANO Giulio - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) LU. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 22/05/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FOTI GIACOMO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. Ciampoli che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. Donadio Michele, in sostituzione dell'avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) Eugenio.

OSSERVA

-1- Con ordinanza del 18 settembre…

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