Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24889 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24889PEN

Massima

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Il falso in dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in relazione all'omessa indicazione di precedenti penali, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. anche quando il soggetto ritenga erroneamente di non dover menzionare una condanna già espiata, in quanto tale convinzione configura al più un errore di diritto sulla portata della norma incriminatrice, inidoneo ad escludere la responsabilità penale. La volontarietà della condotta può essere desunta dalla considerazione che un evento significativo come la celebrazione di un processo penale a proprio carico, sfociato in una condanna, non può essere dimenticato, essendo quindi impossibile che la falsa attestazione di inesistenza di precedenti penali sia dipesa da mera dimenticanza o negligenza. Il dolo del reato di falso in dichiarazione sostitutiva è pertanto integrato dalla consapevolezza di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, a prescindere dalla convinzione soggettiva dell'imputato di non essere tenuto a menzionare la condanna già espiata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IE. SA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 85/2009 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 22/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Carmine Stabile che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza In data 22 g…

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