Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.), se aggravato ai sensi dell'art. 61 n. 2 c.p. per essere stato commesso in occasione di un altro reato, non può essere punito con una pena inferiore al minimo edittale di un anno di reclusione, in quanto la legge prevede espressamente tale limite minimo. Il giudice, pertanto, è tenuto a comminare una pena non inferiore a tale soglia, senza possibilità di applicare circostanze attenuanti che possano ridurre la sanzione al di sotto del minimo stabilito dal legislatore. Tale principio di diritto mira a garantire l'effettività della risposta sanzionatoria per condotte che, aggravate dalla connessione con altri reati, risultano particolarmente lesive dell'affidamento riposto nella veridicità delle dichiarazioni rese a pubblici ufficiali e, più in generale, del corretto funzionamento dell'attività della pubblica amministrazione.