La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il vincolo espropriativo reiterato per anni su un'area di proprietà privata, senza che l'amministrazione proceda all'espropriazione o alla riqualificazione urbanistica della stessa, comporta l'irragionevolezza e la contraddittorietà della successiva scelta pianificatoria di destinare l'area a zona agricola, in quanto tale destinazione risulta in contrasto con la pregressa vocazione edificatoria dell'area, desumibile dalla posizione strategica della stessa rispetto alle zone residenziali circostanti e dalla mancata realizzazione dell'opera pubblica per cui era stato imposto il vincolo. In tali casi, l'amministrazione ha l'obbligo di riesaminare la destinazione urbanistica dell'area, riconoscendone la vocazione edificatoria, nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa.