Il Comune, in stato di predissesto finanziario ai sensi dell'art. 243-bis del D.Lgs. n. 267/2000, può deliberare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita, anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legislazione vigente, al fine di assicurare il prefissato graduale riequilibrio finanziario. Tuttavia, tale facoltà non consente di derogare ai limiti massimi di imposizione stabiliti dal legislatore statale, come nel caso della maggiorazione dell'aliquota IMU oltre l'1,06% prevista dall'art. 1, comma 755, della legge n. 160/2019. La pubblicazione sul sito internet del Ministero dell'Economia e delle Finanze delle delibere comunali di conferma della maggiorazione costituisce una mera condizione di efficacia per l'anno di riferimento, ma non è necessaria ai fini della continuità nell'applicazione della maggiorazione stessa, essendo sufficiente l'adozione di espressa delibera consiliare. Inoltre, l'omessa impugnazione della delibera relativa all'aumento della TASI per l'anno precedente preclude la possibilità di contestare l'assenza del presupposto legittimante la maggiorazione IMU per l'anno successivo.