Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44314 del 27 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:44314PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius nel giudizio di rinvio dopo annullamento della sentenza di appello opera anche in favore dell'imputato unico ricorrente, il quale non può vedersi aggravata la propria posizione sostanziale in ordine al trattamento sanzionatorio rispetto a quello stabilito dalla sentenza di appello annullata, dovendo il raffronto essere effettuato con quest'ultima e non con la sentenza di primo grado. Tale principio, espressione del favor impugnationis, mira ad evitare che l'imputato, che si sia determinato a proporre impugnazione per ottenere l'integrale rimozione dell'affermazione di colpevolezza, possa subire un peggioramento della propria situazione sanzionatoria, consolidatasi in suo favore per effetto della sua esclusiva iniziativa impugnatoria. Pertanto, nel giudizio di rinvio, il giudice d'appello è tenuto a determinare la pena nel rispetto del divieto di reformatio in peius, non potendo irrogare una sanzione più grave di quella stabilita dalla sentenza di appello annullata, anche qualora questa fosse stata in parziale riforma della decisione di primo grado e avesse comportato una diminuzione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BU. SE. FI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 04/03/2008 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CANZIO GIOVANNI;

Udito il Procuratore Generale in persona del DR. ((omissis)) A., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

che co…

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