Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Brescia sentenza n. 1725 del 2016

ECLI:IT:TARBS:2016:1725SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di revoca di un'autorizzazione può essere legittimamente revocato dall'amministrazione, ripristinando così l'efficacia del provvedimento originario, qualora a seguito di ulteriori accertamenti e valutazioni sia riscontrato il rispetto dei requisiti e presupposti per il rilascio dell'autorizzazione stessa. In tal caso, l'amministrazione può legittimamente avviare un nuovo procedimento di revoca, che tuttavia, ove accerti il corretto posizionamento dell'opera autorizzata nel rispetto delle distanze prescritte, deve concludersi con un provvedimento di archiviazione, confermando l'efficacia dell'autorizzazione originaria. Il rispetto dei requisiti e presupposti per il rilascio dell'autorizzazione può essere adeguatamente dimostrato attraverso rilievi tecnici e misurazioni, la cui correttezza non può essere messa in discussione in modo generico, ma richiede la puntuale indicazione di specifici errori o vizi. Il trasferimento di funzioni da un ente all'altro non comporta l'interruzione del processo in corso, in assenza di una espressa previsione normativa che lo preveda.

Sentenza completa

Pubblicato il 19/12/2016

N. 01725/2016 REG.PROV.COLL.

N. 00498/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 498 del 2015, proposto da:
Fiorenza Mori, rappresentato e difeso dall'avvocato Piermario Strapparava C.F. STRPMR74H24D918A, con domicilio eletto presso Valli' Cappiello in Brescia, via D'Azeglio, 1/C (Fax=030/293122);

contro

Provincia di Brescia, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso per legge dagli avvocati Magda Poli C.F. PLOMGD62T41I690T, Gisella Donati C.F. DNTGLL70L64A082B, Raffaella Rizzardi C.F. RZZRFL75L48B157N, domiciliata in Brescia, p.za Paolo VI, 29;

nei confronti di

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