Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25558 del 11 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25558PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa, pur costituita parte civile, è valutabile e utilizzabile ai fini della tesi di accusa nel processo penale, in quanto l'interesse pubblicistico di accertare la responsabilità dell'imputato non può essere condizionato dall'interesse individuale rispetto ai profili privatistici connessi al risarcimento del danno. Il giudice, nel valutare la credibilità della testimonianza della persona offesa, deve effettuare un controllo sulla corrispondenza al vero della sua rievocazione dei fatti, desunta dalla linearità logica della sua esposizione e dall'assenza di risultanze processuali incompatibili, caratterizzate da pari o prevalente spessore di credibilità. L'aggravante di cui all'art. 594, comma 4, c.p. sussiste con la sola presenza di più persone, a differenza di quanto disponeva l'abrogato art. 395 del previgente codice penale, senza che sia necessaria la percezione effettiva delle frasi offensive da parte dei testimoni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 14/2010 TRIBUNALE di MILANO, del 01/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso per l'inammissibilita';

Udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 1.2.2011, il tribunale di Mi…

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