Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10455 del 14 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:10455PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di estorsione, pur essendo distinto dal sequestro di persona per la diversità dell'elemento psicologico, in quanto caratterizzato dal dolo specifico di ottenere un profitto come prezzo della liberazione, può concorrere materialmente con il reato di tentata estorsione quando la condotta di coazione è finalizzata al conseguimento di un ingiusto profitto, fondato su una pretesa non tutelata dall'ordinamento giuridico, come nel caso di un credito derivante da un contratto nullo per illiceità della causa, come la cessione di stupefacenti. La limitazione della libertà di movimento della vittima, anche se non finalizzata all'ottenimento di un prezzo per la liberazione, integra comunque il delitto di sequestro di persona, essendo sufficiente la radicale compressione della libertà di determinazione e di locomozione. La reticenza della vittima a denunciare prontamente i fatti subiti è indice inequivoco dello stato di grave intimidazione in cui versava per effetto delle condotte poste in essere dagli imputati. La confisca dei beni di cui il condannato non possa giustificare la provenienza lecita può essere disposta anche in conseguenza di una condanna per tentativo di estorsione, in quanto il legislatore non ha effettuato distinzioni tra reato consumato e tentato nell'individuare i reati dai quali discende tale misura di sicurezza patrimoniale, essendo questa collegata non al provento o al profitto di quel reato, ma ai beni di cui il condannato non possa giustificare la provenienza lecita, indipendentemente dalla loro fonte, che si presume derivante dalla complessiva attività illecita del soggetto. Il disturbo della personalità dell'imputato, espressione dell'effetto dell'uso di sostanze stupefacenti su una personalità immatura con esiti depressivi, non integra un quadro patologico rilevante ai fini della capacità di intendere e di volere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

(-Centra-) SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2378/2014 CORTE APPELLO di ROMA, del 18/11/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/11/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CERVADORO Mirella;
Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dr. VIOLA ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
Udito il difensore di (OMISSIS), avv. …

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