Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina realizzato attraverso un'organizzazione criminale transnazionale, caratterizzata da una struttura gerarchica e da una ripartizione di compiti finalizzati all'incasso e al trasferimento di denaro provento di tale attività illecita, integra il reato di associazione per delinquere di cui all'articolo 416 c.p., aggravato dalla transnazionalità, e il reato di cui all'articolo 12, commi 1, 3, 3-ter, del Decreto Legislativo n. 286 del 1998. La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, anche in relazione al pericolo di reiterazione del reato, può essere desunta dalla natura e dalle modalità di commissione del reato, nonché dalla rilevanza del ruolo ricoperto dall'indagato all'interno dell'organizzazione criminale, senza che sia necessaria la prova diretta del coinvolgimento dell'indagato in specifici episodi delittuosi, essendo sufficiente la dimostrazione della sua partecipazione all'associazione e del suo contributo, anche indiretto, al perseguimento dei fini illeciti della stessa. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari, prevista dall'articolo 275, comma 3, c.p.p. per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, c.p.p., può essere superata solo in presenza di elementi concreti ed attuali, idonei a dimostrare l'insussistenza del pericolo di reiterazione del reato, senza che il mero decorso del tempo dalla commissione del fatto sia di per sé sufficiente a escludere le esigenze cautelari.