Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di sanatoria edilizia e paesaggistica e l'ordine di demolizione di opere realizzate in difformità dal titolo abilitativo, afferma il principio per cui il parere negativo della Commissione per la Salvaguardia di Venezia, essendo obbligatorio e vincolante ai fini della valutazione di compatibilità paesaggistica, preclude all'amministrazione comunale di determinare diversamente in ordine alla sanabilità dell'abuso, non potendo tale parere essere contestato se non mediante autonoma e tempestiva impugnazione. Pertanto, in presenza di un parere negativo della Commissione per la Salvaguardia di Venezia, il diniego di sanatoria paesaggistica è legittimo e l'ordine di demolizione, in quanto conseguente all'accertata incompatibilità paesaggistica dell'intervento, è conforme alla normativa, non rilevando eventuali profili di illegittimità dell'ordine stesso, atteso che, in zona vincolata, tutti gli interventi in parziale difformità dal titolo abilitativo si considerano variazioni essenziali, soggette alla sanzione demolitoria di cui all'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001.