La concessione di acque minerali, in quanto risorsa naturale scarsa e non illimitata, deve essere affidata mediante procedura competitiva e ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, imparzialità e trasparenza, in attuazione della direttiva 2006/123/CE (c.d. direttiva Bolkestein) e della relativa disciplina di recepimento nazionale e provinciale. La legge provinciale n. 14 del 2020, che ha introdotto una procedura comparativa per l'assegnazione di tali concessioni, non viola i principi costituzionali di buon andamento e tutela dell'ambiente, né eccede i limiti della competenza legislativa provinciale, in quanto la previsione di procedure concorrenziali non esclude la possibilità di affidamento diretto al precedente concessionario ove risulti l'unico soggetto idoneo a garantire il miglior sfruttamento della risorsa. I criteri di valutazione delle offerte, volti a contemperare gli interessi di tutela ambientale e paesaggistica con quelli di sviluppo economico e occupazionale, non sono irragionevoli né discriminatori, purché non attribuiscano indebiti vantaggi al precedente concessionario.