Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12549 del 25 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12549PEN

Massima

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Il tentativo di reato, ai fini della sua configurabilità, richiede che gli atti posti in essere dall'agente siano univocamente diretti alla realizzazione del delitto, in modo tale da denotare con certezza il proposito criminoso perseguito. Pertanto, la condotta dell'imputato, pur astrattamente idonea a cagionare un evento lesivo, deve essere valutata nel suo complesso, tenendo conto del contesto in cui si inserisce, delle modalità esecutive e degli obiettivi concretamente perseguiti, al fine di accertare se essa sia effettivamente orientata in modo univoco alla commissione del reato tentato. In particolare, nel caso di tentato omicidio, occorre ricostruire con precisione la direzione teleologica della volontà dell'agente, per individuare il bene giuridico concretamente aggredito e posto in pericolo. Ove permangano incertezze probatorie su tali profili, non è possibile affermare la sussistenza del requisito dell'univocità degli atti, con la conseguente esclusione della configurabilità del tentativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);

Avverso la sentenza n. 900/2013 emessa il 16/01/2014 dalla Corte di appello di Reggio Calabria;

Udita la relazione svolta in pubblica udienza dal Consigliere Dott. Alessandro Centonze;

Udito il Procuratore generale, in persona del Dott. Oscar Cedrangolo, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza;

Udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS).

RILEVATO IN FATTO

1. Con sentenza em…

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