Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15249 del 21 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:15249PEN

Massima

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La collaborazione processuale dell'imputato, anche se prestata dopo l'arresto e la sottoposizione a custodia cautelare, può essere rilevante ai fini della concessione dell'attenuante speciale prevista dall'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990, purché essa abbia effettivamente consentito il sequestro di sostanze stupefacenti e costituisca un contributo pieno e rilevante per la neutralizzazione dell'attività criminosa, senza che assuma rilievo la sproporzione tra la quantità di droga rinvenuta e quella complessivamente movimentata dall'imputato, atteso che quest'ultimo può indicare solo il quantitativo di cui era in possesso al momento della collaborazione. L'attenuante speciale di cui all'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990 si pone come autonoma e prevalente rispetto all'attenuante generica di cui all'art. 62, n. 6, c.p., di talché, una volta esclusa la prima, non può trovare applicazione la seconda.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Bo. Ab. , nato in (OMESSO);

avverso la sentenza in data 20-11-07 della Corte di Appello di Venezia, sezione seconda penale;

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere, Dott. Vincenzo Rotundo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. D'Angelo Giovanni, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata, limitatamente alla attenuante di cui …

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