Cassazione penale Sez. II sentenza n. 557 del 9 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:557PEN

Massima

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Il reato di usura si configura quando, approfittando dello stato di bisogno o della difficoltà economica o finanziaria di una persona, anche se non in condizioni di assoluta indigenza, le si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, interessi o altri vantaggi usurari in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità. L'elemento essenziale del reato è l'approfittamento della situazione di debolezza economica della persona offesa, a prescindere dalla sussistenza di uno stato di bisogno in senso stretto, essendo sufficiente una condizione di difficoltà economica o finanziaria, anche temporanea, che limiti sensibilmente la sua libertà di scelta. Ai fini dell'integrazione del reato, non è necessario che vi sia una effettiva dazione di denaro o di beni, essendo sufficiente la semplice promessa del vantaggio usurario. Inoltre, il reato può essere contestato anche quando l'approfittamento dello stato di bisogno o della difficoltà economica si concretizzi nell'ottenimento di un bene immobile a fronte di una somma di denaro prestata, qualora il valore del bene risulti sproporzionato rispetto all'entità del prestito, realizzando così un'indebita plusvalenza a favore dell'agente. La valutazione della sussistenza dello stato di bisogno o della difficoltà economica va effettuata con riferimento alle concrete modalità del fatto e alle condizioni personali della persona offesa, senza che sia necessario accertare una situazione di assoluta indigenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. VI. N. IL (OMESSO);

2) VA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/03/2003 CORTE APPELLO di LECCE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMBROSIO ANNAMARIA;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto di entrambi i ricorsi;

udito il difensore avv. …

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