Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16629 del 29 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16629PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La misura cautelare della custodia in carcere può essere legittimamente disposta solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, desumibili da elementi di prova concreti e oggettivi, che consentano di ricostruire in modo logico e coerente il fatto contestato e il ruolo dell'indagato. Le dichiarazioni testimoniali de relato, pur ammissibili nella fase cautelare, devono essere valutate con particolare cautela, evitando di attribuire loro un valore probatorio determinante in assenza di riscontri oggettivi. Inoltre, l'incertezza sulle reali motivazioni del fatto intimidatorio e il silenzio della persona offesa sugli antefatti non consentono di ritenere integrati i gravi indizi di colpevolezza necessari per l'applicazione della misura cautelare, imponendone l'annullamento. Il giudice è tenuto a verificare con rigore la sussistenza di tutti i presupposti di legge per l'adozione di misure cautelari personali, senza poter supplire alle lacune probatorie con mere congetture o valutazioni illogiche o contraddittorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pi. Ra. n. il (OMESSO);

avverso l'ORDINANZA del tribunale della Liberta' di Reggio Calabria del 6.8.2010;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dott. PRESTIPINO Antonio;

sentite le conclusioni del Procuratore Generale Dott. FODARONI ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

udito il difensore di fiducia Avv. ((omissis)) del foro di Catania, che ha concluso p…

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