Il termine perentorio di trenta giorni per l'impugnazione di un provvedimento amministrativo, decorrente dal momento in cui l'ultima notificazione dell'atto si è perfezionata anche per il destinatario, si applica in modo uniforme a tutte le parti del processo, senza possibilità di allungamento del termine per la notificazione all'amministrazione, in quanto questa ha per definizione sede in Italia e non sussistono le obiettive difficoltà che la residenza all'estero di una delle parti private comporta ai fini della regolare instaurazione del contraddittorio. Pertanto, il prolungamento del termine previsto dall'art. 46, comma 5, c.p.a. vale soltanto per la notificazione del ricorso alla parte privata che risiede all'estero, mentre rimane di sessanta giorni per la notificazione dello stesso all'amministrazione. Il mancato rispetto del termine perentorio di trenta giorni per il deposito del ricorso comporta l'irricevibilità dello stesso.