La tutela del paesaggio costituisce competenza riservata alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, rappresentando un limite inderogabile alla disciplina che le Regioni possono dettare nelle materie di loro competenza. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio definisce, con efficacia vincolante per tutti gli enti territoriali, i rapporti tra le prescrizioni del piano paesaggistico e le prescrizioni di carattere urbanistico ed edilizio, secondo un modello di prevalenza delle prime, non alterabile nemmeno ad opera della legislazione regionale. Pertanto, la previsione di una norma regionale che rimette ai Comuni, mediante motivata deliberazione di consiglio comunale, l'individuazione di ambiti territoriali e immobili ricadenti in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, nei quali consentire interventi edilizi in deroga al divieto posto dalla medesima legge regionale, appare porsi in contrasto con l'art. 145, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, quale norma interposta rispetto all'art. 117, comma 2, lett. s), della Costituzione, suscitando il relativo dubbio di legittimità costituzionale.