Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29306 del 19 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:29306PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il delitto di estorsione si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale. Nell'estorsione, l'agente mira a conseguire un ingiusto profitto con la coscienza che quanto pretende non gli è dovuto, mentre nell'esercizio arbitrario egli agisce al fine di far valere un suo preteso diritto, con la convinzione che quanto vuole gli compete. La violenza o minaccia, in quest'ultimo caso, sono esercitate soltanto per far valere un diritto esistente ed azionabile dinanzi a un giudice, e non possono mai consistere in manifestazioni sproporzionate e gratuite di violenza. Tuttavia, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria e di tale sistematica pervicacia che vanno al di là di ogni ragionevole intento di far valere un diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà risulta finalizzata a conseguire un profitto che assume "ex se" i caratteri dell'ingiustizia, con la conseguenza che, in tal caso, anche la minaccia tesa a far valere quel diritto si trasforma in una condotta estorsiva. Ai fini della configurabilità del reato di estorsione, sono infine indifferenti la forma o il modo della minaccia, la cui connotazione come minacciosa e la sua idoneità ad integrare l'elemento strutturale del delitto in questione vanno valutate in relazione a concrete circostanze oggettive, a nulla rilevando che si verifichi o meno una effettiva intimidazione del soggetto passivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza n.4469/2008 della Corte d'appello di Palermo, sezione 3 penale, in data 14.6.2010.

Sentita la relazione fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dr. Mirella Cervadoro.

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dr. Roberto Aniello, il quale ha concluso chiedendo che i ricorsi vengano dichiarati inammissibili.

Udito il difensore avv…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.