Il giudice amministrativo, in seguito all'annullamento giurisdizionale dell'aggiudicazione di un appalto pubblico, ha giurisdizione esclusiva per decidere sulla sorte del contratto già stipulato, anche quando tale questione sia introdotta autonomamente rispetto alla domanda di annullamento dell'aggiudicazione. Il giudicato formatosi sulla sentenza che ha annullato l'aggiudicazione, escludendo il subentro dell'aggiudicatario legittimo nel contratto e disponendo il risarcimento per equivalente, preclude all'amministrazione di caducare unilateralmente il contratto per vizi derivanti dall'annullamento dell'aggiudicazione. In tal caso, lo scioglimento del contratto può avvenire solo per vizi contrattuali propri o per ragioni di interesse pubblico, ma non più per ragioni che trovino nell'accertamento dell'illegittimità dell'aggiudicazione il proprio titolo o fondamento. Pertanto, il giudice amministrativo, in sede di ottemperanza della sentenza che ha annullato l'aggiudicazione, deve ordinare all'amministrazione di reintegrare l'originario aggiudicatario nel contratto, salvo che non emergano situazioni di irreversibile compromissione dello stato del contratto o ragioni di interesse pubblico o di natura tecnica rilevanti ai fini della valutazione di cui agli artt. 121 e 122 del codice del processo amministrativo.