Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45626 del 29 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:45626PEN

Massima

Massima ufficiale
Ai fini della configurabilità della fattispecie tentata del reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377 bis, c.p.), assume un ruolo decisivo la qualità soggettiva di "persona chiamata" dinanzi all'autorità giudiziaria, trattandosi di un reato proprio con riferimento al destinatario della condotta, realizzabile solo in quanto tale soggetto sia in grado di rendere dichiarazioni utilizzabili nel procedimento (ad es., le persone dell'imputato, del coimputato e dell'imputato in reato connesso ex art. 12, lett. a) e lett. c), c.p.p., che rendano dichiarazioni sul fatto altrui). (Fattispecie in cui la S.C. ha annullato senza rinvio la pronuncia impugnata, escludendo la configurabilità del tentativo in quanto non risultava dagli atti che il destinatario della condotta fosse stato chiamato a rendere dichiarazioni davanti all'autorità giudiziaria).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Za. Mi. e To. Vi. ;

avverso la sentenza 23 aprile 2009 della Corte di appello di Bari;

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed i ricorsi;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Presidente Dr. De

Roberto;

Udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Riello Luigi, che ha concluso

per la dichiarazione di inammissibilita' dei ric…

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