La pianificazione urbanistica comunale, quale espressione del potere di "governo del territorio" di cui all'art. 117, comma 3, Cost., attribuisce all'ente locale una latissima discrezionalità nell'individuazione delle destinazioni d'uso e delle potenzialità edificatorie delle diverse zone del territorio, anche attraverso l'adozione di moduli perequativi. Tale discrezionalità può comportare, in deroga alla regola generale del trasferimento dei diritti edificatori in ambiti di trasformazione diversi da quelli di provenienza, la concentrazione della capacità edificatoria in una porzione circoscritta dell'ambito originario, purché tale scelta sia adeguatamente motivata in relazione al perseguimento di un prevalente interesse pubblico, come l'acquisizione di aree da destinare a parco pubblico, e risulti comunque proporzionata e ragionevole, senza determinare un sacrificio abnorme degli interessi privati coinvolti.