Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45870 del 23 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:45870PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura anche quando l'agente, pur non opponendo una materiale opposizione fisica, rivolge al pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni espressioni di grave minaccia, in quanto tali condotte sono idonee a ostacolare o ritardare l'attività del pubblico ufficiale, integrando l'elemento materiale del reato. Inoltre, il dolo specifico del reato di resistenza non richiede la consapevolezza da parte dell'agente dei presupposti giuridici dell'intervento del pubblico ufficiale, essendo sufficiente la volontà di contrastare comunque l'azione legittima di quest'ultimo, anche in caso di ignoranza o errore sui relativi presupposti di fatto. Pertanto, la condotta dell'imputato che, pur non opponendo resistenza fisica, ha rivolto al carabiniere intervenuto per identificare il fratello espressioni di grave minaccia, integrando l'elemento materiale del reato di resistenza, integra tale fattispecie delittuosa anche in assenza della consapevolezza da parte dell'imputato dei presupposti dell'intervento del pubblico ufficiale, essendo sufficiente la volontà di contrastare comunque l'azione legittima del carabiniere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso sentenza del 02/03/2011 della Corte di Appello di Palermo;

esaminati gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore Generale dott. MONTAGNA Alfredo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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