Il potere di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza, previsto dall'art. 159 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, è esercitabile entro il termine perentorio di sessanta giorni decorrente dal momento in cui l'Amministrazione statale è posta in condizione di effettuare una compiuta valutazione dell'intervento, a seguito della ricezione della documentazione completa. La richiesta di integrazione documentale da parte della Soprintendenza interrompe il decorso del termine, che ricomincia a decorrere ex novo dal momento in cui la documentazione integrativa è acquisita. L'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica non consegue a una nuova valutazione di merito sostitutiva di quella del Comune, ma al riscontro di illegittimità estrinseche, consistenti nella carenza motivazionale e di istruttoria del provvedimento comunale, riconducibile all'eccesso di potere. Le previsioni dei piani paesaggistici prevalgono sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici comunali, ai sensi dell'art. 145, comma 3, del Codice. Le valutazioni tecniche della Soprintendenza in ordine alla compatibilità dell'intervento con il vincolo paesaggistico non sono sindacabili, se non per illogicità o travisamento di fatto, e non possono essere sostituite da valutazioni di parte.